Organizzare le attività turistiche in modo tale che le aziende operino in modo reddituale, che le comunità ospitanti progrediscano socialmente e culturalmente, che il capitale turistico – naturale, storico o architettonico che sia – migliori di anno in anno e che i turisti aumentino la loro customer satisfaction è una sfida sicuramente difficile, ma non impossibile. Non sono poche le località, spesso costituite da parchi naturali o da aree heritage, dove ciò è avvenuto.
Per vincere tale impegnativa sfida i manager della “sostenibilità” hanno dovuto sviluppare capacità e strategie organizzative in molti casi più progredite e complesse di quelle dei manager delle grandi organizzazioni private. I successi della “sostenibilità turistica” sono basati sulla creazione di forme organizzative evolute, quali i learning networks (le reti che apprendono) o gli ethical multisectorial networks (reti di aziende private, pubbliche e non-profit trainate da valori culturali, in buona parte etici), che sono riuscite ad armonizzare interessi che in molti altri casi sono stati gestiti come contrapposti.
Si tratta di forme organizzative tanto complesse quanto poco studiate a cui forse anche settori diversi da quello turistico dovranno prestare grande attenzione se le organizzazioni dovranno apportare un contributo al progresso della società che vada realmente nella direzione dello sviluppo sostenibile e saggio, come tutti auspicano.