Perché il decalogo è stato dato nel deserto a tutto il popolo riunito, tra prodigi? La trasmissione della legge sul Sinai non è solamente la trasmissione di un codice, è una rivelazione parallela a quella del roveto ardente.
I comandamenti sono indicazioni morali, ma anche elementi per la conoscenza di Dio. Si tratta di un Dio creatore che ha stabilito l'ordine del cosmo e ne ha rivelato i principi, e, ad un tempo, è Dio trascendente di cui neppure il nome è conoscibile. Nella 'filosofia' presentata dai comandamenti si hanno l'affermazione del monoteismo, il rifiuto dell'idolatria, le norme relative alle feste, ma è anche espressa la nozione di un Dio invisibile e inconoscibile che, se da un lato, ricorda il primo principio presentato da testi del medioplatonismo, dall’altro rinvia all'impossibilità per tutti gli uomini, perfino per Mosè di vedere Dio, espressa nella Bibbia.
Il decalogo è, allora, la presentazione della legge nel senso più complessivo del termine ed è l'auto presentazione di Dio agli uomini. E' sia l'espressione di un codice, di una concezione della divinità e dei suoi rapporti con il mondo, che l'espressione di una teorizzazione sociale, di un quadro politico.