Artista finora cancellato dalla bibliografia storico-critica relativa alle avanguardie del Novecento, rimosso dall'ufficialità dei percorsi espositivi in ambito toscano, celato addirittura al grosso pubblico e ignorato dagli addetti ai lavori a Livorno, eppure protagonista di una stagione artistica di straordinaria importanza, quella cioè legata alla diffusione dell'avanguardia surrealista in Toscana, Renato Vigo nasce a Quercianella nel 1895.
Esordisce nel 1927 alla Mostra Artisti Livornesi di Bottega d'Arte con l'Autoritratto in bronzo, ma, d’ora in avanti, l'artista vivrà un ritiro volontario a Quercianella, disertando la gran parte dei circuiti espositivi ufficiali dell'epoca, tranne che in occasione della IV Mostra Nazionale di Pittura di Bottega d'Arte Livorno e della prima Mostra Nazionale di Pittura e Scultura "Lorenzo Viani"nel 1952.
Nel 1971 Vigo risponderà all'invito di Gerd Köhrmann della Baukunst Galerie di Colonia per la mostra dal titolo Der Geist des Surrealismus (L'Esprit du Surréalisme), suddivisa in due sezioni: Au coeur du Surréalisme, comprendente artisti quali Jean Arp, Marcel Duchamp, Alberto Giacometti, Arshile Gorky, René Magritte, Joan Mirò, Man Ray, e Autour du Surréalisme, comprendente oltre allo stesso Vigo, artisti quali Gianni Dova, Joan Mirò, Francis Picabia, Jean Tinguely.
Ed è proprio José Pierre, l'ideatore e il curatore della mostra, che nel saggio introduttivo alle varie tendenze, sancisce la consanguineità di Vigo con i principali artisti classificati sotto la definizione di "La fréquentation des fantômes", da Man Ray a Picabia, da Toyen a Edgar Jené, da Heinz Trökes ad Alfredo Castañeda.
Allo stato attuale della bibliografia critica relativa alla stagione surrealista in Toscana, Vigo riveste, a tutti gli effetti, un ruolo assolutamente esclusivo per la capacità di rivisitare le avanguardie storiche alla luce di un immaginario macabro ed erotico che mai rifugge il verdetto implacabile dell'ironia e del grottesco.