Il diavolo, in inglese, è chiamato anche Old Nick, con esplicito riferimento all'inclassificabile pensiero di Machiavelli che questo libro prova a pensare assumendone l'ambiguità (talvolta solo apparente) quale peculiare cifra teoretica. La prospettiva che ha guidato gli autori dei testi è stata quella di leggere la riflessione machiavelliana come risultato dello scontro tra necessità e fortuna, leggi e caso, a ridosso dell'ipotesi del "materialismo aleatorio" enunciata da Althusser, senza che questo approccio fosse esclusivo. Gli esiti delle ricerche sono talvolta diversi, quasi fossero una sorta di specchio in cui il pensiero di Machiavelli si riflette solo scomponendosi in discorsi tra loro non necessariamente convergenti, che però non si elidono a vicenda. Una sorta di "coerenza multipla" che moltiplica le prospettive e che, fondamentalmente, mette sempre in discussione lo statuto dell'unicità e unità del tempo della politica senza per questo produrre un pensiero debole. Machiavelli è uno dei fondatori della modernità, nella quale siamo ancora immersi, fatta di assenza di principi autoritativi assoluti in grado di disporre in un ordine gerarchico le sequenze discorsive e problematiche della politica, subordinandole a una logica del senso. Affrontando il rischio della perenne contingenza e congiunturalità degli assetti politici e istituzionali, legati a processi che intrecciano tra loro ragioni e passioni, calcoli e pratiche immaginative, Machiavelli si mantiene nell'apertura rivoluzionaria inaugurata dalla modernità senza cedere alla tentazione di riportarne la conflittualità all'interno di un ordine dato, supposto vero e razionale (naturale o religioso), accettando la sfida di pensare e realizzare, a partire da essa, la possibilità della libertà, della pace (di contro a una tradizione che lo vuole maestro di tiranni) e dell'uguaglianza politica tra gli uomini.