Per correr miglior acque alza le vele / omai la navicella del mio ingegno, /che lascia dietro a sé mar sì crudele; / e canterò di quel secondo regno / dove l’umano spirito si purga / e di salire al ciel diventa degno. [Purgatorio, I, 1-6]
S’io avessi, lettor, più lungo spazio / da scrivere, i’ pur cantere’ in parte / lo dolce ber che mai non m’avria sazio; / ma perché piene son tutte le carte / ordite a questa cantica seconda, / non mi lascia più ir lo fren de l’arte. / Io ritornai da la santissima onda / rifatto sì come piante novelle / rinovellate di novella fronda, /
puro e disposto a salire a le stelle. / [Purgatorio, XXXIII, 136-145]