Nell'avanguardia modernista T.S. Eliot irrompe di colpo con "The Love Song of J. Alfred Prufrock", impietoso autoritratto di un moderno antieroe che consuma la propria esistenza "a cucchiaini di caffè" tra vuoti riti mondani e velleitari rovelli metafisici, masciandosi sprofondare giorno per giorno in un'invincibile inerzia interiore, timoroso che un sia pur minimo intervento nel reale possa "disturbare l'universo". La desolazione che percorre il suo monologo si ritrova, in una modalità diversa, nei quattro "Preludes" e si estende a tutto il mondo contemporaneo in The Waste Land.