La pubblicità è una sorta di specchio della realtà in cui si riflette la nostra vita individuale e sociale. Man mano che scandisce la nostra esistenza quotidiana, le sue metafore e i suoi simboli, che lo vogliamo o no, ci parlano di noi, come individui e come corpo collettivo, mettendo a nudo i nostri desideri, i nostri difetti, le rigidità e le ingenuità del nostro modo di ragionare, le nostre velleità. Ogni spot è un piccolo mythos nel doppio senso di avere, come i miti, di cui costituisce una forma degradata, una struttura narrativa e di essere una rappresentazione che una civiltà fornisce di se stessa, per quanto in forme metaforiche e sbiecate.
Ma la pubblicità è al contempo, e soprattutto, un potente strumento costruito in funzione di manipolarci e influenzare i nostri comportamenti; e non solo quelli di acquisto. In che modo raggiunge questo scopo? Ce lo mostrano i circa 150 spot analizzati in questo volume: sono stati smontati minuziosamente per mettere a nudo i meccanismi attraverso i quali la pubblicità tende ad indurre in noi la persuasione. Sono i più belli (e talvolta quelli più brutti, ma comunque sempre i più significativi), che sono passati sul piccolo schermo dal 1994 al 2006. Una continuità che ha permesso di apprezzare permanenze e cambiamenti nella nostra mentalità e nel nostro approccio con le promesse seducenti che provengono dal mondo delle merci e della produzione.