Due città si affiancavano l’una all’altra, collegate e separate da elementi carichi di riferimenti allegorici: le mura che definivano una forma riconoscibile come disegno, il viale che le collegava, e la porta, segno fisico del passaggio. Poi il legame si è sciolto nel dilagare veloce del traffico, quando i confini delle due città si sono fusi in una crescita priva di forma, contendendosi quello che restava del precedente distacco fisico: la crisi dell’una è diventata il degrado dell’altra.
Non è solo questione di tutelare un patrimonio artistico che rischia di diventare museo di se stesso per la dissoluzione del legame tra i vivi e il ricordo dei morti, nello spazio fisico tra le due città è possibile ricostruire il dialogo interrotto dalla mancanza di attenzione progettuale che caratterizza la crescita del suburbio, rispecchiata dalla progressiva perdita di qualità dell’architettura funeraria.
Pianificare la gestione dei cimiteri, significa anche ripensare il rapporto con la città e con la sua periferia, perché nella relazione tra queste due realtà fisicamente distinte che si ritrova lo strumento di riqualicazione di entrambe.
Come le mura sono state il simbolo della città storica, il recinto è l’emblema del cimitero: la cesura tra la città e il suo doppio deve recuperare la sua qualità originale di elemento di riconoscibilità urbana e ambientale. La risposta è nell’architettura: l’incontro tra il margine urbano e il recinto si trasforma da spazio di risulta a luogo di progetto, offrendo una risposta ai bisogni della città e ai valori della memoria: i progetti che interessano i cimiteri sono architetture per la città, perché alla città appartiene il cimitero e la città dei morti è soprattutto una città per i vivi.
Un’altra città affianca la nostra città, riprendendone le forme, i materiali, i colori, riflettendone valori e problemi. Pianificare l’una significa ridisegnare l’altra, e l’architettura assume un ruolo privilegiato.
Ma il progetto è un momento delicato che affonda le sue radici nel rilievo, perchè la conoscenza è il primo passo verso la soluzione dei problemi.