“Questo libro vuole essere solo una testimonianza, non una autobiografia né tantomeno un saggio sulla chirurgia italiana di un quarantennio, anche se riporta, oltre ai meriti, mancanze e limiti di alcuni protagonisti e deludenti aspetti di vita universitaria e ospedaliera. Persone e fatti sono reali e riportati così come li ricordo, riflessioni e considerazioni sono personali e forse opinabili, ma sono quelle che mi sono venute alla mente ripensando a quegli anni.”