Smarrito nel buio della sala l'autore medita sulla trappola tesagli da Søren Kierkegaard con la complicità di Ordet, cappio-lavoro di Carl Theodor Dreyer. Dopo un'analisi critica delle interpretazioni più comuni e condivise, si farà esperienza di un Ordet inedito, kierkegaardiano e autenticamente dreyeriano: una forma cinematografica che riprende lo stile della comunicazione indiretta e l'impegno esistenziale del filosofo danese. Seguire il copione non è possibile laddove l'unica luce è quella riflessa dallo schermo. Questa volta la pellicola non sarà il pretesto per aride parafrasi della sceneggiatura. Cinema è immagine-movimento, immagine-vertigine, immagine-danza. Questo studio ricerca l'attenzione di ballerini della forma e acrobati del pensiero.