Le due parti che compongono il volume sono il risultato di due studi in gran parte indipendenti, con differenti punti di partenza e differenti modalità di analisi.
Il primo è dedicato alla figura della madre di Achille, Teti, quale appare nell'Iliade: a dispetto del ruolo secondario di mater dolorosa che è chiamata ad assolvere nel poema, presenta più di una volta tratti di divinità primaria che evocano storie remote di grande rilievo cosmogonico. Il secondo saggio, curato da Stefano Caneva, analizza la tecnica narrativa di Apollonio Rodio, attraverso la quale la memoria mitica è sottoposta a un riordino insieme spaziale e temporale, che produce una vera e propria mappatura dei miti greci.
Tuttavia, leggendo di seguito i due scritti ci si può accorgere di una loro reciproca coerenza, dovuta sì alla continuità istituzionale del genere epico, pur nelle mutate condizioni di produzione e di fruizione della poesia (oralità vs scrittura), ma anche e soprattutto alla comune attenzione prestata dagli autori al lavoro di selezione e ricontestualizzazione operato sia prima dagli aedi omerici sia poi dal poeta letterato alessandrino.