Il paesaggio sinfonico, leggibile nelle forme e gerarchicamente ordinato, non esiste più. La rivoluzione critica ha portato al progressivo distacco tra cultura architettonica e società, destrutturando la dimensione locale del territorio e rinunciando ai suoi fondamentali presupposti civili. Eppure, proprio quando la densità e la dispersione delle metropoli contemporanee sembra costituire l'inevitabile punto di riferimento per i nuovi paesaggi dell'uomo, nascosta dietro il caos di subtopia permane una civiltà di percorsi, fattorie, ruderi monumentali, insediamenti e segni della limitatio costituenti un sostrato civile ancora, in parte, leggibile nelle sue logiche formative e nei suoi significati. Imparare a leggere queste tracce, "sempre uguali e sempre differenti", significa intraprendere una ricerca ove il paesaggio è "immagine semantica del territorio", è il riferimento consapevole di una nuova globalità: è un paesaggio delle differenze.
Marco Maretto si è laureato in architettura presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza ed ha conseguito il PhD in Progettazione Architettonica presso la Facoltà di Architettura di Genova. Insegna attualmente Progettazione Architettonica e Urbana presso la Facoltàà di Architettura di Parma ed Elementi di Architettura, della Città e del Territorio presso il Corso di Laurea in Architettura del Paesaggio della Prima Facoltà di Architettura di Roma Ludovico Quaroni. Ha pubblicato diversi saggi tra cui: Urban morphology as a critical matrix of reference for Urban Design e Water Landscapes and Urban Design: The Venetian Lagoon Landscape.