Il presente studio tenta di interpretare il tema dell’immaginare nell’opera di Spinoza attraverso la categoria novecentesca di «immaginario». Passi preliminari per questa operazione sono, da un lato, una analisi filologica del termine imaginarius nel lessico spinoziano e in quello seicentesco e, dall’altro, il riferimento a Paul Ricoeur e alla sua interpretazione di Spinoza. Ci si volge poi all’analisi di alcune figure specifiche dell’immaginare presenti nell’opera spinoziana: la finzione, il pregiudizio, l’immaginazione, i presagi e gli spettri. Il discorso si allarga al rapporto di Spinoza con l’ebraismo, in riferimento sia al tema della profezia, sia a quello della interpretazione del mito della caduta, dove alcuni elementi di significato si intrecciano alla questione dell’immaginare. Il libro si conclude argomentando la presenza in Spinoza di una «ermeneutica dell’immaginario» concepita come sentiero etico di riappropriazione del Sé.