Il codice Rossiano 215 conserva il più antico corpus di composizioni polifoniche profane italiane del Trecento: un corpus di grandissimo interesse sia per i testi poetici – genuine poesie per musica quasi sempre unica, il cui diretto rapporto con ambienti e personaggi storici legati alle corti padane è trasparente – sia per quanto concerne le composizioni musicali, le loro tipologie formali, gli aspetti qualificanti di stili e tecniche compositive. L’edizione critica del codice, corredata dagli strumenti necessari alla piena comprensione dei testi poetici e musicali, si indirizza agli esecutori (specialisti di repertori medioevali o desiderosi di approfondirne la conoscenza), ai musicologi, e a tutti quegli studiosi che a vario titolo siano interessati alla cultura italiana tardo-medioevale, ai quali può offrire non pochi interessanti spunti di riflessione. Tiziana Sucato, dottoranda in Filologia Musicale presso il Dipartimento di Scienze Musicologiche e Paleografico-Filologiche dell’Università di Pavia, si occupa della notazione italiana del Trecento, delle sperimentazioni condotte al suo interno e delle loro ricadute sulla tradizione testuale dei musicisti (in particolare di Bartolino da Padova e di Francesco Landini).