Con "Un salotto fiorentino del secolo scorso" De Amicis offre un raffinato affresco di quello che fu uno dei salotti politici e letterari fiorentini più famosi della seconda metà dell’Ottocento. Ma il libro non è soltanto la rievocazione degli incontri che si tenevano presso il Palazzo di Borgo de’ Greci e la Villa dell’Antella, bensì un affettuoso omaggio a Emilia Toscanelli Peruzzi, «anima» di quella «bella e operosa fucina intellettuale». Dal ricordo di Emilia, che pervade tutto il racconto, traspare chiaramente non solo l’ammirazione dello scrittore per la nobildonna, ma soprattutto quel sentimento che l’aveva legato a lei nei primi anni della loro frequentazione e che Edmondo descriverà così in un bellissimo brano contenuto in Amici: «È un’amicizia trasparente che fa da mantello a un amore con le braccia legate; un’amicizia sensuale e stimolatrice, perpetuamente assetata e irritata, che vive di briciole d’amore lasciate cascare per distrazione...; un’amicizia che ha una certezza dello sguardo e della voce, e una stretta di mano, e una familiarità tutta propria, meno che fraterna, più che amichevole, rispettosa nel sentimento, quasi amorosa nell’aspetto, libera e frenata a un tempo, e oggetto caro e continuo ad entrambi d’una curiosità pensierosa e d’un sorriso segreto».