Che cosa ci unisce ad un uomo separato da noi dall'abisso del tempo? Cosa, se non l'immaginazione, ci consente di parlare con un tempo passato rendendolo vivo, reale, attuale? La solitudine del sapere, la miseria umana, l'incontro con l'Altro, l'amore proibito si intrecciano in un personaggio immaginario che si ispira a Gerbert d'Aurillac (945-50 _ 1003), conservandone solo le spoglie.
Aquitano di nascita e monaco benedettino, filosofo, matematico, astronomo, maestro e consigliere di re e imperatori, Gerbert peregrinò dalla Spagna musulmana all'Italia, alla Germania, divenendo attivo protagonista della vicenda politica degli ultimi decenni del X secolo. Dopo essere stato abate di Bobbio e arcivescovo di Reims e di Ravenna, nel 999 salì al soglio pontificio con il nome di Silvestro II, il Papa dell'anno Mille. Allora della sua vicenda umana s'impadronì la leggenda.
Storia e finzione, vero e falso danno vita a una maschera che mescola sembianze di passato e presente: in fondo un pretesto per parlare del nostro tempo. De te fabula narratur.
Paolo Rossi (Bologna 1952) è professore di Fisica Teorica all'Università di Pisa, attualmente impegnato nello studio di modelli fisico-matematici per la descrizione di alcuni fenomeni sociali e nella versione commentata di testi storiografici del X secolo per collana "Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo", di cui è condirettore. Questo è il suo primo testo narrativo pubblicato.