Visione romana è un titolo volutamente ambiguo, carico di molte allusioni e di diversi significati, riferibile a un possibile sguardo che appartiene alle arti visive di Roma, a una loro ipotetica concezione del fare artistico, ma anche a un occhio capace di andare oltre le apparenze, a una "visionarietà" che in modi diversi passa al Futurismo alla Metafisica, da Scipione agli anni Sessanta e Ottanta, fino agli artisti delle ultime generazioni. Roma rappresenta quindi il fulcro di vicende artistiche fondamentali per la storia dell'arte italiana e per i suoi rapporti con l'arte internazionale, con i mass media (e in particolare con il cinema) e con il teatro.
La "visione romana", citazione di un verso di Giorgio de Chirico, si trasforma a volte nella rappresentazione pittorica o cinematografica della città anche nelle sue componenti più controverse e drammatiche come accade nelle demolizioni di Mafai o nelle periferie di Pasolini. In altre occasioni invece la "visione romana" allude alle diversità e alle dialettiche dei molti sguardi che compongono il grande e difforme mosaico dell'arte nella città: dal Futurismo alla Scuola Romana, da de Chirico alla Scuola di Piazza del Popolo, da Pasolini e dai pittori di figurazione "sociale" o di ispirazione metafisica, fino all’arte ambientale, alle esperienze legate all’uso delle nuove tecnologie o al più recente rinnovamento della pittura.
Questo viaggio intrecciato, parziale e imperfetto in una storia che segue molti aspetti della città a cui è dedicato, rappresenta così un itinerario labirintico attraverso un secolo di arti visive in una città complessa e contraddittoria come Roma: si è tentato dunque di cogliere un volto polifonico e composito a cui ci si può avvicinare soltanto calandosi nella densa stratificazione di una storia ininterrotta che ha creato un corpo dalla natura paradossalmente unitaria e proteiforme.
Lorenzo Canova (Roma 1967) è professore associato di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli Studi del Molise.
Ha pubblicato studi sull'arte del Cinquecento romano, del Novecento e delle ultime generazioni. Ha curato mostre in musei italiani e internazionali. Ha fatto parte della
commissione inviti della XV Quadriennale d’arte di Roma del 2008.