Più di cinquant'anni fa il grande filologo Eric Auerbach denunciava lucidamente i primi segni della fine della cultura umanistica e del senso storico nelle nuove generazioni e nella scuola: la "nostra terra", l'Europa spirituale di Dante e di Gœthe, giungeva al tramonto. Oggi che quel processo si è compiuto, sembriamo vivere in un caos che ricorda, per certi versi, gli incerti inizi della cultura dei primi cristiani. Come allora, il mondo globale in cammino è alla ricerca di un nuovo universalismo, di un nuovo linguaggio condiviso, e il libro di Sini si interroga su tale eventualità, ponendo in questione il concetto stesso di totalità e di partecipazione. Attraverso autori come Bruno, Vico, Leibniz e Nietzsche, Sini delinea i fondamenti di quella che, in termini filosofici, si potrebbe chiamare una nuova "monadologia" copernicana: un nuovo rapporto, cioè, fra il tutto e le parti, la società e l'individuo; un rapporto che escluda ogni ricorso alla violenta e nichilistica superstizione di supposte, e imposte, "verità assolute" e che esalti invece il valore della relazione e la vitalità del "relativo".
Carlo Sini insegna Filosofia teoretica all'Università statale di Milano. E' autore di una quarantina di volumi, alcuni dei quali tradotti in varie lingue. Accademico dei Lincei, ha tenuto conferenze, lezioni e seminari negli Stati Uniti, in America latina e in vari paesi europei. Tra i suoi ultimi libri: Figure dell'enciclopedia filosofica, Jaca Book, Milano 2004-2006; Archivio Spinoza. La verità e la vita, Ghibli-Mimesis, Milano 2005: Il gioco del silenzio, Mondadori, Milano 2006; Eracle al bivio. Semiotica e filosofia, Bollati-Boringhieri, Torino 2007.