Membro della prestigiosa gens Anicia, Ruricio vive nella Gallia meridionale (Aquitania prima) a cavallo tra il V e il VI secolo, in un periodo attraversato
da profondi mutamenti socio-culturali, quali la caduta della pars Occidentis dell'Impero, il definitivo instaurarsi da signori dei Visigoti nel sud della Gallia,
la successiva cacciata di questi ultimi da parte dei Franchi di Clodoveo
(507, battaglia di Vouillé). Come già l'amico e corrispondente Sidonio Apollinare, anche Ruricio, dopo una vita trascorsa tra gli agi del secolo assieme alla moglie Iberia, su consiglio in particolare del dominus patronus Fausto, vescovo di Riez, compie la scelta religiosa da conversus, e vive nella penitenza finché non verrà eletto alla cattedra episcopale di Limoges (485 circa). Di lui ci resta un ampio corpus epistolare composto da 83 lettere distribuito in due libri. Benché in esse non vi sia la medesima ricchezza di dettagli storici della corrispondenza sidoniana, le epistole di Ruricio, scritte in quello stile prezioso così peculiare degli autori gallici coevi, sono e rimangono una preziosa testimonianza di vita vissuta e di virtuosismo letterario. In questo volume, accanto al testo della raccolta ruriciana, viene presentata la prima traduzione italiana, con dettagliato commento stilistico e storico.
Marino Neri, alunno della Scuola di Dottorato in "Poesia e cultura greca e latina in età tardoantica e medievale" presso l'Università di Macerata, è studioso di letteratura tardoantica e si occupa in modo particolare di epistolografia. Attualmente sta traducendo e commentando l'epistolario di Fausto di Riez.