Il singolare avvenimento della costruzione del Tempio a Minerva Medica continua ad incuriosire, a sollecitare l'immaginazione dei più fantasiosi, a porre comunque fondati e seri problemi di ordine critico e ricostruttivo agli studiosi più prudenti ed avvertiti.
Quello che Andrea Vaccà Berlinghieri e Ridolfo Castinelli intesero costruire e consegnare alla curiosità un po' pavida e bigotta dell'opinione pubblica di quel tempo fu ben altro che un lineare enigma: costituì qualcosa di molto più complesso e raffinato, perché fu soprattutto l'oblazione pubblica e rituale di uno spazio simbolico. Ed il simbolo è in primo luogo un elemento polisemico, non è un arcano a soluzione obbligata; caso mai lo strumento della rottura di un ambiente storicamente preesistente, il mezzo dell'infrazione di codici espressivi comunemente accettati, proprietas semantica rispetto alla dominante koiné ideologica. L'evento della costruzione del Tempio a Minerva Medica fu percepito nei termini dirompenti di un'infrazione simbolica: un evento di rottura culturale, dalle forti intonazioni ideologiche. La documentazione ricchissima che le due Autrici propongono al riguardo ne offre la misura ed il senso più evidenti.
Pagine importanti e significative per la ricostruzione di un episodio di grande spessore culturale nella storia della Toscana lorenese, che hanno anche il pregio di consegnarci gli esiti della collaborazione tra Caterina Del Vivo e Rita Panattoni, le quali, per il coordinamento risultante tra competenze diverse, ci forniscono un metodo di lavoro a cui non potremo sottrarci in avvenire.