Il volume intende offrire una ricostruzione dei caratteri del processo criminale nello stato fiorentino e della sua evoluzione nel corso del XVII secolo. E' in questo periodo, infatti, che prende a manifestarsi gradualmente il fenomeno del formalismo procedurale: partendo dal nucleo iniziale costituito, ad inizio Seicento, dalla disciplina dell'accertamento del corpo del reato e dall'attenzione a delicati atti come la ratifica delle confessioni, esso poi involge la citazione in giudizio, le notificazioni, l'uso del tormento, l'iter della "partecipazione" e la struttura dei pareri rilasciati dai giusdicenti provinciali. Nell'ultimo quarto del secolo, pur in quadro che resta ben saldamente legato ai dettami del modello inquisitorio, una serie di riforme ad opera di Cosimo III amplia le chances difensive degli accusati su vari aspetti, tra i quali il patrocinio legale, la cattura, la pubblicazione del processo e la possibilità di riescussione dei testimoni fiscali.
Attraverso l'impiego di fonti manoscritte (pratiche, repertori giurisprudenziali e fondi di magistrature centrali e periferiche), affiancate dall'analisi della dottrina giuridica, specialmente quella toscana, emerge a tutto tondo l'immagine di un secolo affatto statico sul piano dell'ordo iudiciorum ed in cui – anzi – si inizia a modellare uno stylus curiae centrale e si pongono le basi del cammino che condurrà alle riforme settecentesche.