L'autrice inizia la sua ricerca sulla metamorfosi dell'utopia romanzesca con la ricostruzione ab origine della sua prassi narrativa. Il topos del viaggio, inteso come mezzo per accedere alla realtà "altra", il resoconto immaginario, il mondo di appartenenza (notum) e il mondo "nuovo" (mundus alter). Ecco gli elementi alla base del mutamento rintracciato nei testi di Allorge, Doni, Mercier, Bonnardot, Morris, Le Hon, Pellerin, Wells, Zamjàtin, Gérin-Lajoie, Huxley, Orwell, per citare soltanto alcuni fa gli autori che animano i saggi e che restituiscono la dimensione europea, ma anche extra-europea, dello studio. L'aspetto temporale, le implicazioni epistemologiche del viaggio utopico, ma anche quelle comiche e linguistiche: l'esplorazione del corpus attraversa i secoli, trascende le letterature e guarda alle sue declinazioni eutopiche e distopiche, contemporanee e non.
Monia Mezzetti è dottore di ricerca in Letterature Straniere Moderne. Specialista di letteratura francese, i suoi interessi sono rivolti principalmente alla ricerca tematica basata sull'occorrenza di motivi folklorico-letterari dal Medioevo all'età moderna, al Cinquecento (studio dell'opera di Maisonfleur e co-edizione della Clytemnestre di Pierre Matthieu nell'ambito del PRIN Corpus du théâtre français de la Renaissance), alla narrativa utopica (Jules Verne, Viaggi... nell'incredibile: «Una città ideale» e «Frritt-Flacc», traduzione, introduzione e note a cura di M. Mezzetti, Edizioni ETS, 2008; I volti della moglie di Putifarre nella letteratura francese (secc. XII-XX), Edizioni ETS, 2010). Collabora con «Il Confronto Letterario», la «Rivista di Letterature Moderne e Comparate» e «Studi Francesi».