Nel 1701 moriva nel palazzo di Saint-Germain-en-Laye, messogli a disposizione dal cugino Luigi XIV, Giacomo II Stuart, ultimo re cattolico inglese. Dopo la sua fuga dall'Inghilterra nel 1688, gli fu formalmente attribuita dal Parlamento la volontà di abdicazione e la corona fu assegnata ai nuovi sovrani Guglielmo e Maria. Tuttavia, nonostante i falliti tentativi di restaurazione, il re mai rinunciò a rivendicare la propria legittimità, che, da una parte, egli derivava dall'idea di monarchia per diritto divino, e, dall'altra, assimilava all'attuazione di un piano di tolleranza religiosa.
Ed ecco che i suoi scritti, tra cui spicca Imago Regis, trattatello meditativo pubblicato nel 1692, contribuiscono a scrostare, almeno in parte, quell’immagine di roi dévot che di lui si tramanda e aprono a una prospettiva trasversale nella quale la scrittura si fa prolungamento non soltanto memoriale, ma anche politico della figura di un re che, all'affacciarsi della modernità, identificava la salvezza dell'anima con quella della nazione.
Lisanna Calvi è ricercatrice di Letteratura Inglese presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell'Università di Verona. I suoi interessi di ricerca si sono concentrati in particolare sul teatro tragico della Restaurazione e del primo Settecento con una monografia Kingship and Tragedy (1660-1715) (Verona, 2005). E' anche autrice di saggi su John Dryden, Thomas Otway, Robert Browning, Caterina Edwards.