La carriera teatrale di Terenzio fu tanto breve quanto contrastata. Fra le varie accuse che si levarono dal fronte degli oppositori, cui il poeta rispose puntualmente nei prologhi delle sue commedie, spicca quella del legame improprio con un gruppo della nobiltà romana. La critica, antica e moderna, parla di "collaborazione letteraria". Terenzio non sarebbe, a detta dei suoi detrattori, che un prestanome di opere scritte in tutto o in parte dai suoi potenti amici stretti attorno alla persona dell'Emiliano. Né mancò chi dipinse Terenzio quale amasio dei suoi nobiles. Il saggio si propone di rileggere in una nuova chiave esegetica la questione. L'analisi delle fonti rivelerebbe in realtà, dietro la polemica letteraria contro il poeta e le illazioni sulla sua omosessualità, un lucido attacco politico alla classe dirigente romana, capeggiata al tempo del commediografo da L. Emilio Paolo e quindi, nel pieno dei torbidi graccani, dal figlio di questi P. Cornelio Scipione Emiliano. Alessio Umbrico, laureatosi sotto la guida di Carlo Pellegrino in Lettere classiche presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Perugia con una tesi sui prologhi terenziani, ha quindi conseguito ivi il titolo di dottore di ricerca in storia antica e storiografia dell’antichità classica con una tesi sulla condizione dello schiavo in Plauto. Attualmente è titolare di assegno di ricerca presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Antiche, Moderne e Comparate dell’Ateneo perugino.