Morto suicida a soli ventitré anni, Carlo Michelstaedter (1887-1910), filosofo, poeta e artista goriziano del quale ricorre nel 2010 il centenario della scomparsa, è una delle figure più sorprendenti della cultura italiana ed europea dell'intero Novecento.
Nella sua breve vita, egli ha saputo coniugare un'intensa esperienza esistenziale e un'altissima meditazione filosofica, inserendosi in una tradizione di pensiero che va dai presocratici a Leopardi e Schopenhauer, e anticipando al tempo stesso alcuni degli orientamenti più significativi dello scenario intellettuale contemporaneo. La sua ferma condanna di ogni forma di inautenticità e di compromesso 'rettorico', così come la sua disperata ricerca di verità e il suo sofferto cammino sulla via della 'persuasione', costituiscono ancora oggi - anzi, oggi più che mai - un insegnamento e un richiamo che non possono rimanere inascoltati.
Gli studi raccolti in questo volume riguardano diversi aspetti dell'opera michelstaedteriana - da quelli più squisitamente teoretici a quelli relativi alla produzione lirica - riservando un'attenzione particolare al rapporto con l'ebraismo e alla storia della fortuna.
Fabrizio Meroi [Gorizia 1966], ricercatore in Storia della filosofia, insegna Storia della filosofia dal Rinascimento all'Illuminismo e Storia delle idee filosofiche e religiose presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento e collabora con l'Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento di Firenze. Tra le sue pubblicazioni più recenti, le monografie Cabala parva. La filosofia di Giordano Bruno fra tradizione cristiana e pensiero moderno (Roma 2006) e Giuseppe Rensi. Filosofia e religione nel primo Novecento (Roma 2009).
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