Degli incroci tra le culture politiche nazionali il rapporto tra l'Italia e l'Inghilterra non ha certo rappresentato il modello, troppo sbrigativamente identificata l'Inghilterra dell'800 e del 900 con la causa filosofica dell'empirismo e con la causa politica dell'individualismo. In realtà quest'equazione interpretativa è distorcente tanto nella sua premessa filosofica quanto nella sua conclusione politica. È distorcente nella premessa filosofica generale di dedizione coerente dell'Inghilterra alla causa dell'esperienza, perché in una tradizione di pensiero mai compiutamente sistematica, non c'è sempre continuità di metodo nel passaggio dalla filosofia della conoscenza alla filosofia pratica. Ed è distorcente nella conclusione politica di dedizione altrettanto certa dell'Inghilterra alla causa dell'individualismo, perché l'individualismo non è se non una faccia dello stesso pensiero ottocentesco. Certo la faccia più nota per la visibilità che si è conquistata, al centro di una scena costruita a misura della sua egemonia sull'opinione pubblica, ma non l'unica faccia, neppure la faccia di maggiore spessore culturale e politico.
Da Coleridge a Carlyle, da John Stuart Mill a Green, e poi nella variegata pattuglia dell'emergente socialismo di fine secolo, matura, su uno sfondo organicistico, l'idea di una cultura dei valori da coniugare, talvolta a fatica, con i problemi della modernità. Ed è proprio a quest'altra faccia dell'Inghilterra, nelle sue pur diverse componenti, non solo socialiste, appunto, ma anche conservatrici e liberali, che i saggi contenuti in questo volume guardano come specchio di sollecitazioni di cui la storia del pensiero politico italiano prende coscienza nell'opera di minoranze intellettuali ovvero ai margini delle comparazioni della ricerca storiografica.
Claudio Palazzolo è professore ordinario di Storia delle dottrine politiche nella Facoltà di Scienze politiche di Pisa. È autore di numerosi studi sul pensiero politico inglese contemporaneo, tra cui i volumi Introduzione al pensiero politico di Coleridge, Torino 1988, e Dal fabianesimo al neofabianesimo. Itinerario di storia della cultura socialista britannica, Torino 1999. Più recentemente si è dedicato allo studio dei rapporti tra religione ed economia in Riforma e genesi del capitalismo, Pisa 2004.