Sapere estetico è la capacità dell'uomo di venire a capo del proprio mondo attraverso la configurazione del sensibile. È un'abilità appresa in quel rapporto simbolico e comunicativo con la realtà che si instaura già a livello percettivo, e che si incarna in maniera eccellente nei prodotti dell'attività artistica. Per descriverne le caratteristiche occorre riconsiderare l'esperienza sensibile e l'attività creativa come prassi antropologiche: cioè, come maniere di agire e di manipolare il mondo che permettono di prendere al suo interno una posizione che all'uomo non è preventivamente assegnata. Il sapere estetico, e la connessa capacità di far emergere figure replicando l'enigmatica forza formativa della natura, attesta con ciò la riflessività che coinvolge, in un intreccio inestricabile e paritetico, la dimensione sensoriale e quella intellettuale. Questo volume esamina tali argomenti approfondendo il pensiero estetico e la teoria della percezione di Ernst Cassirer e Arnold Gehlen, messi talvolta a confronto con autori anche di diverse tradizioni (da Adorno a Dewey, da Plessner a Danto).
Giovanni Matteucci è professore associato di Estetica all'Università di Bologna. Oltre a numerosi saggi, ha pubblicato diversi volumi tra cui: Per una fenomenologia critica dell'estetico (Bologna 1998), Dilthey: Das Ästhetische als Relation (Würzburg 2004), Filosofia ed estetica del senso (Pisa 2005). Ha curato l'edizione italiana di classici del pensiero contemporaneo: Dilthey (Estetica e poetica, nuova ediz. Milano 2005), Cassirer (Tre studi sulla "forma formans", Bologna 2003), Dewey (Arte come esperienza, Palermo 2007; Per una filosofia risanata, Roma 2009), Adorno (Teoria estetica, Torino 2009, con Fabrizio Desideri). Ha inoltre curato l'antologia Estetica e filosofia analitica (Bologna 2007, con Pietro Kobau e Stefano Velotti).