Figura cruciale per il rinnovamento della critica d'arte italiana degli anni Sessanta e personaggio di maggior spicco del femminismo - sia per la radicalità delle critiche avanzate ai sistemi di pensiero sia per le analisi di natura teorica - Carla Lonzi continua ancor oggi, attraverso i suoi scritti, a porre interrogativi cruciali e attuali: atto critico, rapporto col fatto artistico, soggettività, corpo, sessualità, aborto sono tra i temi-chiave più rilevanti della sua elaborazione teorica. Nonostante Autoritratto registri il punto d'arrivo della riflessione sulla critica d'arte, e Sputiamo su Hegel e La donna clitoridea e la donna vaginale aprano ad una nuova stagione di indagine sulla presa di coscienza femminista, alcune costruzioni teoriche sono comuni a questi due campi di analisi; esse non trovano giustificazione nel solo ambito in cui sono state concepite, ma attraversano - declinandosi in forme differenti - l'intero percorso intellettuale di Carla Lonzi. Carla Lonzi nasce nel 1931 a Firenze dove si laurea in Storia dell'Arte con Roberto Longhi. Tra la fine degli anni '50 e i primi anni '60 inizia a collaborare con «L'Approdo», la Galleria Notizie e «Marcatrè». Dopo aver scritto Autoritratto (1969) e La critica è potere (1970), abbandona la critica d'arte; con gli scritti Manifesto di Rivolta femminile (1970), Sputiamo su Hegel (1970) e La donna clitoridea e la donna vaginale (1971) si apre la sua stagione di militante e teorica del femminismo. Muore a Milano nel 1982.