In questa breve opera, Vico mette a confronto il metodo di studi dei moderni con quello degli antichi, proponendosi di codificarne un terzo che abbia i vantaggi di entrambi e sia privo dei loro inconvenienti. Nel farlo polemizza con la filosofia cartesiana e con la moderna critica, attaccandone il preteso fondamento, il 'primo vero' scevro di ogni immagine sensibile, cui contrappone la ricchezza epistemologica del verosimile, rivendicando la centralitā dell'eloquenza. Ma le questioni di metodo sono questioni filosofiche: a separare Vico da Cartesio č una diversa concezione della condizione umana. Gli uomini immaginifici, 'fantastici' e poeti di Vico fanno qui la loro prima comparsa.
Andrea Suggi insegna Storia della filosofia del Rinascimento presso l'Universitā Ca' Foscari di Venezia. Si č occupato dei rapporti tra teologia e pensiero politico, dedicandosi soprattutto all'opera di Jean Bodin e di Tommaso Campanella.