L'approdo del cosmopolitismo kantiano rende un'inequivocabile testimonianza dell'istanza di perfettibilità insita nella genesi stessa dell'indagine critica che, quale teleologia rationis humanae, ripropone continuamente il senso di una meta aperta e perennemente in fieri. A ciò è del resto da connettere lo stesso carattere regolativo del criticismo kantiano, che, proprio in virtù di una sistematica distinzione tra piano ontico e piano ontologico, respinge rigorosamente ogni proiezione al livello della realtà di ciò che appartiene invece al livello della possibilità. Se è indubbiamente vero che Kant concede al futuro uno statuto assiologico, come tempo dell'approssimarsi umano all'ideale normativo sorretto dal Sollen, l'a priori storico che ne deriva risulta non dotato di una valenza costitutiva (e perciò stesso fondante), ma solo regolativa. In tal senso la saggezza kantiana riflette in maniera problematica l'esigenza di pensare l'istanza politica all'interno della svolta trascendentale non quale hortus conclusus, ma invece come razionalità teoretico-pratica aperta e disponibile per le molteplici forme dell'umana esperienza e dunque potenzialmente multiculturale. Solo se si sfugge al tentativo di ogni omologazione riduttiva, si apre lo spazio all'interpretazione, al riconoscimento 'ospitale' delle specificità che organizzano e arricchiscono le modalità del pensare e dell'agire; vale a dire a quel Logos da cui ci siamo inesorabilmente congedati, ma che ci condiziona come la "rimossa Origine" che condensa in sé la totalità delle rationes della nostra provenienza, costituendo altresì il profondo e inesauribile controcanto della nostra civilizzazione, continuamente esposta al rischio latente di un distruttivo appiattimento nichilistico.
Lucia Nocentini ha conseguito il Dottorato di ricerca in Filosofia presso l'Università degli Studi di Pisa. Borsista presso il Dipartimento di Filosofia e in seguito presso quelli di Scienze della Politica di Padova e di Pisa, ha composto numerosi saggi sul pensiero filosofico e politico del Seicento, tra i quali: Spinoza, le projet éthique et l'imaginaire; Il Luogo della Politica. Saggio su Spinoza; All'origine del discorso politico moderno. Ugo Grozio teologo e politico; Tra l'essere e il nulla. Il difficile cammino verso la comunità politica: sulle orme di Grozio, Spinoza e Kant; Dall'identità del Logos alla reciprocità dell'Ethos; Autonomia della ragione e diritto nell'età della scienza e dell'assolutismo; Come stranieri a noi stessi: tra dimensione fenomenica e tensione all' ulteriorità. Note su ontologia e politica in Kant. L'Autrice ha curato edizioni critiche e traduzioni dai manoscritti originali di opere giovanili di Ugo Grozio, quali: Il potere dell'Autorità sovrana in ordine alle cose sacre e altri scritti; Conciliazione dei dissensi sulla predestinazione. Collabora da diversi anni alla rivista «Studi Kantiani».