La sfrenata cupidigia dei beni altrui (Parigi, 1619) è il racconto pseudo-autobiografico che il pícaro Andrés indirizza all’autore-narratore. La descrizione delle avventure del protagonista, incentrata sulla difesa dell’eccellenza e nobiltà dell’antica arte del furto, presenta, con fine ironia, le diverse categorie di ladri come corporazioni rigidamente strutturate, ma fondamentalmente libere, contrapposte alla corrotta società dell’epoca.
Della vita di Carlos García non si hanno molte notizie. Nato, secondo la sua stessa testimonianza, nel 1580 a Saragozza, si trasferì nel 1613 a Parigi, ove si ritiene che abbia esercitato la professione di medico, ma ebbe anche a subire il carcere e la tortura, essendo implicato nel processo ad Eleonora Galigai, confidente della reggente di Francia Maria de’ Medici. Oltre a La sfrenata cupidigia scrisse L’antipatia tra Spagnoli e Francesi (Parigi, 1617), libro che ebbe molto successo, anche per il proposito politico ed antropologico di mettere a confronto Francia e Spagna.