Nel corso degli ultimi trenta anni le funzioni dei musei hanno conosciuto una rapida ed incisiva trasformazione, poiché si sono estese progressivamente ad ambiti sociali e a servizi del tutto originali rispetto al passato.
L'analisi di un coerente ed organico programma museografico quale quello messo in atto dal comune di Genova negli anni '50- '80 può offrire vari spunti per una proficua riflessione critica sulla realtà attuale in virtù del suo risultare decisamente desueto rispetto ai bisogni - reali o indotti - delle nuove tipologie di visitatori. La ricerca costante di un'intima aderenza reciproca fra le forme ed i contenuti (non solo propriamente disciplinari, bensì anche nel senso più generale culturale e sociale), in nome di un umanesimo che assorbiva vari apporti delle scuole di pensiero del Novecento, condusse infatti Caterina Marcenaro (1906- 1976) ad esiti che tanto più offrivano spazio alla sperimentazione formale modernista quanto più rimanevano fedeli ad un pensiero strutturato, ben diversamente, quindi, da quella disgregazione che oggi incarna le esigenze non più di cittadini consapevoli e partecipi bensì di semplici consumatori, sprovvisti di una congrua memoria storica.