L’anniversario dell’Unità d’Italia coincide con quello del lancio da parte di Cavour del principio di separazione tra Stato e religioni. Un’occasione da afferrare per riflettere sulla necessità di rendere questo principio un principio istituzionale chiave. Sperimentalmente, è l’unico sistema adatto ad inquadrare la diversità nella convivenza tra cittadini, producendo un maggior grado di libertà e di benessere materiale.
Il problema affrontato in questo libro non è perciò cosa ciascun cittadino voglia essere, se credente o no e di quale confessione e cultura. È come convivere meglio, alla luce dell’esperienza, tra cittadini diversi, credenti, non credenti e di molte culture. La risposta al problema è il principio separatista, da cui segue la laicità delle istituzioni. Che, di fatti, non serve a far prevalere una convinzione specifica spingendo i cittadini ad essere identici e nelle mutue relazioni statici. Serve a fondare la convivenza sulla sovranità dei diversi invece che sull’autorità di un potere. Così da usufruire del loro spirito critico, delle loro iniziative, delle loro relazioni innovative e da evolvere nel tempo.
La laicità delle istituzioni si affida a regole civili della convivenza tolleranti degli altri ed estranee ad ogni pretesa di imporre una visione unica religiosa (da qui la piena libertà di religione). Il principale collante della convivenza è accettare la comune prova dei fatti, poiché ciò che non è provato, senza prova può anche essere negato. Alla conciliazione tra la laicità del sistema e le convinzioni religiose, personali e manifestate in pubblico, provvede l’affiancare alla libertà di religione la neutralità istituzionale in materia di religioni.
L’Italia, quanto a laicità, è un’anomalia nel mondo evoluto. È importante che la cultura laica prenda l’iniziativa sul piano civile per portare al principio di separazione ed evitare che la fede divenga la fonte legislativa. Obiettivo che hanno invece i veri avversari del principio separatista, i “cattolici chiusi”, i quali, per conservarsi un ruolo terreno di mediazione, cercano di porre sullo stesso piano lo Stato e le organizzazioni religiose.