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Questo libro di Paolo Gervasi porta in fronte, come una "porta", un frontespizio, il ritratto postumo che Carlo Levi fece a memoria del suo amico Giacomo Debenedetti. In calce al ritratto, Levi aggiunse un'epigrafe: «Dalla Torino adolescente / più antica dell'amicizia / scopriva la poesia / e fraterni i poeti». Ed è dentro il perimetro di questa «Torino adolescente», che si muove Gervasi nel suo inseguimento di una trama fatta di articoli dispersi e negletti, di pagine narrative, di esperienze pittoriche e poetiche; con il proposito di disegnare (raccontando) un ritratto di Debenedetti da giovane, nella città di Gobetti e di Gramsci. L'indagine sui «motivi originari della critica debenedettiana» e sulla nascita di un racconto critico come forma di un'«eresia», fanno di questo libro un contributo notevole alla storia di un uomo e di una generazione di grandi umanisti che conobbero il destino di persecuzione e di esilio in patria profetizzato da Gobetti. S.S. Nigro Paolo Gervasi è dottorando presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, con una tesi sul saggio come forma letteraria. Le sue pubblicazioni studiano le convergenze tra critica letteraria e letteratura. Collabora alla redazione di blog e periodici online, analizzando le trasformazioni del sistema culturale.