Qual è il rapporto che Maurice Blanchot intrattiene con la tradizione filosofica occidentale? Muovendo dai concetti di scrittura, soggetto e comunità il testo getta luce sul legame che il critico francese intrattiene con alcuni pensatori decisivi di questa tradizione come Hegel, Heidegger, Husserl e Lévinas. Emerge così una specificità dell'opera blanchotiana, un autentico "spazio filosofico" che trova nell'esperienza non dialettica della parola il suo tratto distintivo. Uno spazio filosofico che si colloca sempre ai limiti del dicibile e del rappresentabile e che in questa collocazione chiama in causa una particolare lettura dell'essere come impossibilità. Di questa impossibilità Blanchot resta il pensatore insuperato e il libro cerca di darne testimonianza.
Andrea Sartini (1976) insegna Filosofia nelle scuole superiori ed è dottore di ricerca in Telematica e società dell'informazione. Attualmente coordina il seminario Istituzioni filosofiche presso la Facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Firenze. È curatore di G. Bataille, La condizione del peccato (Mimesis, Milano 2002) ed è autore di Figure della differenza (Bruno Mondadori, Milano 2006) e di L'esperienza del fuori (Clinamen, Firenze 2010).