In un recente incontro svoltosi a Pisa con Salvatore Settis, si è discusso della qualità delle nostre città. Nel suo ultimo libro Paesaggio Costituzione Cemento,la battaglia per l'ambiente contro il degrado civile, Settis denuncia il fenomeno della "cementificazione selvaggia" che aggredisce il nostro territorio nazionale, con una velocità ed una progressione finora mai viste, mentre milioni di costruzioni esistenti sono abbandonate all'incuria. La motivazione principale di tutto questo è certamente dovuta alla politica abitativa, che, sulla base del principio, a nostro avviso assurdo e immotivato, che lo sviluppo della nazione sia legato al fermento dell'attività edilizia ed all'aumento dei metri cubi di costruzioni, ha, ad esempio, portato recentemente alla vidimazione del cosiddetto Piano Casa. Il fenomeno è certamente poi rafforzato dalla presenza di una miriade di leggi esistenti, anche fra di loro contraddittorie, che creando conflitti fra i vari enti pubblici di gestione del territorio, non permettono più un effettivo controllo. I comuni, dal canto loro, sono sollecitati, per la mancanza di fondi da destinare ai servizi, tolti dalle varie finanziarie emesse negli ultimi decenni, ad alimentare l'attività edificatoria per "fare cassa" attraverso gli oneri di urbanizzazione.
E tutto questo sta avvenendo senza controllo, oltre che della quantità delle costruzioni, soprattutto della qualità.
Nel dibattito di Pisa si è parlato anche dell'architettura contemporanea, da non confondere con gli interventi edilizi speculativi legati alla cementificazione, e di come essa, sia che riguardi nuove costruzioni od opere di recupero, possa incidere sulla qualità del nostro ambiente urbano. Una delle conclusioni affermate è che le architetture e i recuperi e restauri di qualità sono ancora troppo pochi. Devono crescere in quantità, per poter costituire un esempio significativo e visibile sotto gli occhi di tutti i cittadini ed avere anche un valore educativo come modello di utilizzo e fruizione.
Uno degli strumenti disponibili, sia nelle opere pubbliche che in quelle private, per avere una maggiore qualità, è certamente quello del concorso, che consente di scegliere i progetti migliori ed avere quindi architetture migliori. Un altro elemento importante di questa procedura, in Italia troppo poco utilizzata, è certamente quella della condivisione della scelta da parte dei cittadini che possono prendere visione dei progetti presentati, possono rendersi conto delle differenze, possono in qualche modo partecipare alle vicende edilizie della propria città.
Roberto Pasqualetti