Semiotica del design studia la significazione dei mobili e in modo particolare delle sedie. Offrendosi innanzitutto come un’esplorazione delle categorie normalmente sollecitate per usare e valorizzare gli oggetti, il libro utilizza l’esempio cruciale delle sedie per evincere dapprima una grammatica generale del design, per poi scandagliare le evoluzioni e gli adattamenti degli artefatti agli usi.
Cos’è che ci porta a distinguere una sedia da una scultura? Qual è il supplemento di senso che le viene conferito dall’elaborazione di un designer? Come gli oggetti di design partecipano all’organizzazione degli scenari pubblici e privati?
Attorno alle apparenze banali di una sedia si preparano le sfide creative del designer e la loro conciliazione con il rinnovamento della concezione sociale degli spazi di vita e d’interazione.
Nulla più della sedia, con la sua ergonomia intuitiva, si pone come un esercizio di allontanamento dall’esempio prototipico e come un’autoriflessione globale sul ruolo del design.
Il libro intende trarre una “lezione” dalle sedie al punto che proprio a partire da esse si elaborano i preliminari per una semiotica generale del design, mettendo al centro nozioni quali quelle di presenza, valore, forma di vita, fattitività, che corrispondono, del resto, ai fronti più recenti di questo orizzonte disciplinare. Tuttavia, il volume va ben al di là di una teorizzazione preoccupata per il grado di coerenza interna e per il proprio rigore: mette così al centro l’analisi degli oggetti, le relazioni tra creatività e pratiche d’uso; e quando propone al lettore gli elementi per una semiotica del progetto, si impegna a innestare tali indicazioni con un vasto apporto di studi transdisciplinari, in modo da condividere un retroterra di saperi dialogici e diversificati, in grado di ossigenare debitamente un teatro teorico altrimenti chiuso nello specialismo.
Anne Beyaert-Geslin è professore ordinario di semiotica all’università di Bordeaux Montaigne ed è direttrice dell’unità di ricerca MICA (Mediazione, Informazione, Comunicazione, Arte). Ha pubblicato oltre un centinaio di articoli su riviste internazionali, dove il suo approccio semiotico si confronta con domini diversi (giornalismo, arte, design, scienza). Punto di riferimento della ricerca semiotica in Francia, soprattutto nell’ambito degli studi sul visivo, l’autrice ha pubblicato una monografia sulla foto di reportage (L’image préoccupée, 2009) e un altro volume sugli oggetti (Sémiotique des objets. La matière du temps, 2015). Ha curato una nutrita serie di volumi e di numeri di riviste che hanno animato in questi ultimi quindici anni il dibattito internazionale sulla significazione delle immagini. È vicepresidente dell’Associazione Internazionale di Semiotica Visiva.
Presses universitaires de France (PUF)