Negli ultimi anni si è registrato un crescente interesse per gli studi sulla tipologia dell'epigramma longum, alla quale è stata definitivamente riconosciuta la piena cittadinanza nel panorama letterario antico, soprattutto in quello latino e per merito proprio di Marziale. Tuttavia, sebbene oggi si conti un cospicuo numero di pubblicazioni sul tema, la scelta di considerare isolatamente i componimenti lunghi di un unico liber costituisce una novità, non solo degli studi marzialiani; al di là dei rischi che ogni esperimento porta con sé, uno dei principali obiettivi del volume è dimostrare come si tratti di un percorso scientifico legittimo da cui possono venire risultati utili ad una più approfondita conoscenza sia dell'azione poetica di Marziale sia delle più ampie dinamiche eidetiche relative all'epigramma. Il quadro offerto dagli epigrammata longa del libro decimo di Marziale conferma la predilezione del poeta per una multiforme varietas, che nel corso dell'intero corpus di epigrammi vari assurge ad autentico principio ispiratore della scrittura poetica marzialiana e investe in ciascuno dei libri le tipologie epigrammatiche, le tematiche prescelte, le soluzioni metriche di ascendenza neotericocatulliana, plasmando un prodotto letterario capace al contempo di seguire una definita lignée poetica e di apportare originali e brillanti soluzioni: innovazione nel solco della tradizione, quindi, è questo il paradosso che probabilmente può essere d'ausilio più di ogni altra formula per avvicinarsi agli epigrammata longa marzialiani e coglierne l'essenza.
Claudio Buongiovanni è ricercatore di Lingua e letteratura latina presso il Dipartimento di Filologia classica "F. Arnaldi" dell'Università di Napoli Federico II. Si è interessato di storiografia della prima età imperiale, con particolare riferimento a Tacito, su cui ha pubblicato una monografia (