Per Kant e per Fichte la ragione pratica è la ragione in quanto ha - o meglio in quanto è - un rapporto intenzionale con un Devi (Soll) categorico, il quale a partire da se stesso inaugura la posizione della libertà. La ragione pratica è la ragione della libertà. Sul nesso fondamentale fra la ragione pratica e la libertà, è significativo ascoltare anche la voce di Reinhold, con la sua elaborazione intesa a illustrare e difendere la libertà della volontà, contro interpretazioni per lui riduttive della grande apertura d'orizzonte suggellata dalla Critica della ragione pratica. Differente, ma non separata dalla conoscenza teoretica in una teoria integrata della ragione, la ragione pratica si presenta in queste tre personalità fondamentali della filosofia tedesca classica come la capacità che l'essere umano ha di determinare se stesso alla luce di un appello incondizionato, che gli rivela la responsabilità radicale che compete alla sua libertà e gli apre un nuovo punto di vista sul mondo. La ragione pratica è in definitiva la ragione stessa in quanto è impegnata nell'esistenza e con l'esistenza. La ragione pratica siamo noi stessi in quanto esseri riflessivi, valutativi e liberi, che dall'appello della coscienza morale siamo messi a confronto con il problema decisivo di che tipo d'uomo giudichiamo degno d'essere. Marco Ivaldo è professore ordinario di Filosofia morale e di Etica e religione presso l'Università degli studi "Federico II" di Napoli. Co-Editore delle «Fichte-Studien» (Amsterdam-New York). Dirige assieme a Erich Fuchs e Carla De Pascale la collana «Fichtiana » (Istituto italiano per gli studi filosofici, Napoli), di cui è stato fondatore assieme a Reinhard Lauth. Membro del comitato editoriale dell'«Archivio di filosofia» (Roma), del consiglio scientifico della «Rivista di storia della filosofia» (Milano), del consiglio scientifico del «Philosophisches Jahrbuch» (Mu_nchen), del consiglio scientifico di «Verifiche» (Trento). Fra le pubblicazioni recenti: Storia della filosofia morale (2006); Libertà e moralità. A partire da Kant (2009).