La Grande Guerra fu un enorme "esperimento di psicologia sociale": nelle trincee si incontrarono e si scontrarono uomini di classe, provenienza e cultura diversa. La storiografia ha posto l'accento sull'effetto omogeneizzante della guerra totale, fino a parlare di una "cultura di guerra" di scala europea. Questo volume insegue la nozione di cultura di guerra nella scrittura popolare di una singola comunitā contadina, quella del Trentino di inizio secolo sottoposto all'autoritā asburgica, cercando le tracce di uno scontro - quello tra una cultura contadina e l'effetto disgregante della guerra totale - che si č giocato non nella trincea, ma principalmente sulle pagine di diari, memorie e memoriali.
L'autore descrive i dispositivi retorici attraverso i quali gli aspetti potenzialmente destabilizzanti della guerra sono neutralizzati, domati, manipolati attraverso la parola scritta. Di fronte a un evento spesso considerato spartiacque della modernitā, questo studio si occupa delle armi retoriche con cui la battaglia locale tra modernitā e tradizione contadina venne combattuta e degli sforzi, forse disperati ma mai abbandonati dagli attori sociali, di affermare la continuitā.
Federico Mazzini č assegnista di storia contemporanea presso l'Universitā di Padova. Si č occupato di scrittura popolare come fonte storica, con particolare attenzione alla scrittura contadina. E' socio del Centro Interuniversitario di Storia Culturale. Fa parte della redazione del sito web del Centro, del sito web della Sissco e di "Snodi. Pubblici e privati nella Storia Contemporanea". Attualmente si sta occupando della storia culturale di Internet e delle prime comunitā virtuali.