Il filo che lega questi saggi è una riflessione sulla funzione che in diverse epoche l'immagine assume nella creazione letteraria, sia come motore nell'elaborazione mitopoietica dei testi sia come chiave di lettura privilegiata per l'interpretazione del senso della scrittura. Tra luoghi reali e metaforici, paesaggi marini, treni e stazioni, ritratti e dipinti, viene proposta una campionatura di autori e di opere più e meno noti della nostra tradizione letteraria, non senza interferenze e incroci fra letteratura e arti figurative, come nel caso di Magalotti, di D'Annunzio e di de Pisis. Ad essere indagato, fra le stanze della scrittura, è dunque il processo immaginativo che dal significato più "alto" suggerito da Dante (Purgatorio, XVII, 13-18) giunge a quello che Calvino, parlando di visibilità, ascrive al proprio procedimento creativo, un nodo che intreccia la «generazione spontanea» delle immagini con l'intenzionalità del pensiero discorsivo.
Antonella Di Nallo, molisana, insegna Letteratura italiana e teatrale all'Università di Chieti. Si interessa principalmente di narrativa e teatro dell'Ottocento e del Novecento. Ha cominciato le sue ricerche lavorando sullo scrittore abruzzese Giuseppe Mezzanotte, di cui ha pubblicato I racconti di Samuele Weller (Bulzoni, 1995), Tutti i romanzi (Bulzoni, 1998) e Tutte le novelle (Bulzoni, 1999). Fra i suoi studi teatrali, Roberto Bracco e la società teatrale fra Ottocento e Novecento (Carabba, 2003) e I confini della scena. La fortuna di Pirandello attraverso «Comoedia» e altri saggi (Bulzoni, 2010).