A proposito della filosofia cristiana Martin Heidegger ebbe a dire, nel suo famoso saggio Fenomenologia e teologia, che essa è un "ferro ligneo", o meglio un equivoco, una contraddizione nella quale il vero filosofo non può e non deve cadere. In questo modo egli sembrava convalidare l'idea di una sostanziale inconciliabilità tra fede e filosofia, le quali, sempre nello stesso saggio, venivano di fatto ritenute «nemiche mortali». Inimicizia a cui, non a caso, fa espressamente riferimento il titolo del presente volume. Ora di certo la filosofia della religione, così come la fenomenologia della religione, non è assimilabile a quella che Heidegger definisce "filosofia cristiana", tuttavia anch'essa - considerato l'oggetto della propria riflessione - procede su un terreno sdrucciolevole, incerto, sul quale bisogna avanzare con cautela. La cautela dovuta al bisogno di occuparsi di religione, senza tuttavia rinunciare alle pretese della ragione; di rispettare le pretese della ragione, senza però disconoscere la peculiarità di questo suo "oggetto".
Su questo doppio binario si muovono i contributi del presente volume che, pur nella diversità delle impostazioni, riescono a fornire un quadro ampio e aggiornato dell'attuale dibattito etico, di fenomenologia e di filosofia della religione. Al suo interno esso si articola in tre sezioni, che affrontano: il problema dello statuto della filosofia della religione, le questioni e le figure rappresentative di tale ambito disciplinare.
Gli autori: Angela Ales-Bello, Emilio Baccarini, Stefano Bancalari, Bernhard Casper, Virgilio Cesarone, Francesco Paolo Ciglia, Roberto Cipriani, Federica De Felice, Giuseppe Fidelibus, Umberto Galeazzi, Roberto Garaventa, Piergiorgio Grassi, Wilhelm-Friedrich von Herrmann, Francesco Miano, Mario Micheletti, Gaspare Mura, Enrico Peroli, Umberto Regina, Giovanni Salmeri, Renate Schindler, Stefano Sempici, Mario Signore, Oreste Tolone e Pierluigi Valenza.