I luoghi di culto e di preghiera sono memorie non solo della fede cristiana e delle tradizioni ma anche dell'arte del fabbricare; al tempo stesso, talvolta, divengono oggi luoghi di degrado causato soprattutto dall'abbandono. In tale ambito emerge un panorama complesso ed articolato di edifici sacri non più in uso collocati in territori urbanizzati e non: le chiese, espressione forte di una architettura che al suo interno trasmette sia i valori che l'identità di un'intera collettività.
L'interrogativo è d'obbligo: quale futuro per le chiese urbane abbandonate? A questa domanda, si è cercato di dare risposta attraverso un lavoro di ricerca, ricostruendo anche il processo tipo-tecnologico e costruttivo, che ha analizzato il patrimonio in oggetto cercando di cogliere le potenzialità di questi fabbricati alla luce della loro capacità di accettare le trasformazioni, indispensabili per ridare una nuova vita ad un importante patrimonio in cui, seppur in modo apparentemente paradossale, emerge la necessità di trasformare per conservare.
Giovanni Santi (Pisa 1972), architetto, dottore di Ricerca in Scienze e Tecniche dell'Ingegneria Civile, è professore a contratto di Architettura Tecnica presso il Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università di Pisa. La sua principale attività di ricerca e didattica, sviluppata in Italia ed all'estero, è focalizzata soprattutto sulle tematiche relative alla progettazione, al recupero edilizio e all'innovazione tecnologica.