Hannah Arendt afferma che «il nuovo appare [...] sempre alla stregua di un miracolo». È precisamente in questa formulazione che può essere iscritta la poetica di Saramago, il suo discorso di ricerca costantemente teso all'espressione dell'inatteso, del nuovo miracoloso che getta luce nuova su dati o giudizi ritenuti acquisiti. L'elemento irrealistico è sempre presente nei romanzi e racconti dello scrittore, ancorché calato in una rigorosa sintassi del reale: caverne, città del sole, monadi, falansteri, così come penisole distaccate dai continenti e morti intermittenti, sono proposte quali architetture razionalissime funzionali alla dimensione fortemente etica della sua narrativa.
Il volume, dopo un breve excursus storico del fantastico e una panoramica teorica che ne mette a fuoco i termini, propone una disamina, nei romanzi saramaghiani, della presenza di elementi formali riferibili al modo fantastico, mettendone in luce la consistenza, le declinazioni e le divergenze rispetto agli standard correnti.
Rosaria de Marco, dottore di ricerca in Letterature romanze comparate dell'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", attualmente insegna Letteratura portoghese all'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha tradotto dal portoghese racconti, poesie e i romanzi Jornada de África di M. Alegre (Il Filo, 2010) e Mentre Salazar dormiva di D. Amaral (Cavallo di Ferro, 2013). Tra gli articoli pubblicati: Della guerra e della malattia. La memoria letteraria contro l'attenuazione della coscienza (Estudos Italianos em Portugal, 2007); Il passato plurale nelle traduzioni italiane di José Saramago (Univ. "L'Orientale", 2009) e le recensioni critiche: José Saramago, A Viagem do elefante (L'Orientale, A.I.O.N. sez. Romanza, 2010) e Domingos Bomtempo, S Il nobel privato (Confluenze, 2011).