Il volume analizza dal punto di vista stilistico-formale la Pulcella d'Orléans di Vincenzo Monti, traduzione-riscrittura dell'omonimo poema volterriano del 1798-'99. L'opera, autonoma e originale, riduce le componenti filosofiche ed ideologiche dell'originale, privilegiando gli aspetti ludici e provocatori della storia di Giovanna d'Arco - già raccontata con piglio ironico e dissacrante - attraverso una maggiore sperimentazione sul piano linguistico, metrico e sintattico, in primo luogo adottando una griglia strofica fortemente connotata, quella dell'ottava cavalleresca, dotata di una solida "grammatica" compositiva e di una straordinaria tradizione. Il traduttore attiva quindi una costante dialettica tra la pressione del testo francese, con le sue esigenze di trasposizione lineare, e la spinta sottostante del codice stilistico legato all'ottava. E sul punto di frizione generato da questa doppia costrizione trova lo spazio per conferire al poema una sua personalissima cifra stilistica, individuata in una serie coerente di cadenze intonative, che definiscono il timbro complessivo della "voce" autoriale, specie nei suoi valori di ironia e comicità, corposità e icasticità lessicale, velocità ed elasticità ritmico-sintattica.
Laura Facini (Palmanova, 1981) si è laureata con Pier Vincenzo Mengaldo all'Università di Padova ed addottorata tra l'Università di Verona e l'Université de Lausanne. In seguito ha svolto la sua attività di ricerca presso l'Universidad Complutense di Madrid grazie ad una borsa di studio del Fondo Nazionale Svizzero. I suoi principali interessi di ricerca riguardano le forme della poesia italiana, con una forte implicazione comparatistica in dimensione europea. In particolare, si è occupata di petrarchismo italiano del Quattrocento (Boiardo) e di petrarchismo metrico-formale tra Italia e Spagna nel Cinquecento; ha indagato inoltre alcuni aspetti ed autori del Settecento (Monti traduttore e la tradizione del poema eroicomico) e del Novecento (Patrizia Valduga).