Il titolo del presente volume è la traduzione letterale di un'enigmatica locuzione biblica. Essa è stata utilizzata da Emmanuel Levinas (1906-1995) per suggerire l'unica modalità adeguata del pensare e dire Dio filosoficamente, in un'epoca, come la nostra, di disperato disincanto religioso. La stessa locuzione sembra poi indicata a esprimere la modalità più propria attraverso cui, secondo il pensatore, si manifesta la verità ultima dell'essere umano, consistente nella chiamata o nella vocazione, quasi impercettibile, ma imperiosa, a farsi carico della responsabilità etica nei confronti dell'altro uomo. La «voce di silenzio sottile» costituisce, infine, il timbro caratteristico dello stesso dire filosofico di Levinas, in mezzo ai clamori, o agli schiamazzi, dei numerosi seguaci odierni dello stile speculativo nietzscheano del «filosofare col martello». Gli Studi raccolti nel presente volume focalizzano il pensiero di Levinas da prospettive differenti, identificate da una serie di termini-chiave, talora imbarazzanti, come: «umanismo», «nuovo pensiero», «hitlerismo», «Dio Uomo? », «de-mitizzazione», «de-secolarizzazione».
Francesco Paolo Ciglia insegna Filosofia della religione e Filosofia morale presso l'Università «G. d'Annunzio» di Chieti-Pescara. Ha pubblicato, fra l'altro, i volumi: Un passo fuori dall'uomo. La genesi del pensiero di Levinas, 1988; Ermeneutica e libertà. L'itinerario filosofico di Luigi Pareyson, 1995; Fenomenologie dell'umano. sondaggi eccentrici sul pensiero di Levinas, 1996; Scrutando la «Stella». Cinque studi su Rosenzweig, 1999; Fra Atene e Gerusalemme. Il «nuovo pensiero» di Franz Rosenzweig, 2009.