Assertore deciso dei precetti teorici e pratici della scuola romana, sperimentatore delle nuove possibilità offerte dal nascente stile monodicostrumentale, Brunelli è una delle personalità più interessanti tra quelle vissute a cavallo tra Cinque e Seicento. Il suo Prato di sacri fiori musicali rappresenta il riconoscimento dell’importanza acquisita dal nuovo stile concertato e dal nuovo tipo di vocalità codificato e normalizzato da Giulio Caccini e Ludovico Grossi da Viadana. Introdotte da un ampio studio storicoanalitico e da un rigoroso apparato critico, le trascrizioni dei ventotto mottetti rispondono alle più moderne esigenze di lettura, di studio e di esecuzione.