Nel corso degli ultimi trent’anni, le vicissitudini storiche, architettoniche e ambientali del territorio che si stringe intorno al lago-padule di Fucecchio – situato in Toscana tra la province di Lucca, Pistoia e Firenze –, sono state oggetto di pregevoli studi e ricerche. Meno indagati, tuttavia, sono stati i nuclei abitativi e famigliari dell’area: è mancata cioè una ricostruzione storica che riguardasse almeno una delle diverse identità sociali del luogo. Lo scopo di questo saggio di Elisa Maccioni mira ad indagare – sottolineando però l’aspetto socio-religioso – cosa significhi “sentirsi” appartenenti alla collettività di uno di questi luoghi: Le Case di Monsummano. Nel Seicento, soltanto sette erano le case in muratura presenti su quei fertilissimi campi da poco sottratti al Padule. Agli occhi della popolazione che andava abbandonando il medioevale insediamento sul colle di Monsummano per stabilirsi intorno alla chiesa della Madonna della Fontenuova, esse rappresentavano solo un esiguo gruppo di abitazioni sparse: Le Case, appunto. Qui, la lungimiranza imprenditoriale di tre famiglie nobiliari, succedutesi nel volgersi dei secoli, uniti al sudore di quanti ci hanno preceduto nel lavoro, mezzadri e operai, ha gettato le fondamenta del “senso” di appartenenza a quella collettività.
Elisa Maccioni, laureata in Storia dell’Arte presso l'Università degli Studi di Firenze, originaria di Monsummano, è una giovane insegnante. Già da alcuni anni studia la realtà storica in cui vive, ricercando notizie archivistiche e scrivendo saggi di carattere storico-artistico, sociale e religioso.