Quale rapporto c’è tra etica e scienza? È possibile una fondazione scientifica dei principi morali di condotta?
Il libro affronta queste domande attraverso l’analisi critica dell’etica evoluzionistica di Spencer, della sua versione “liberale” dell’utilitarismo e delle obiezioni sollevate da chi, come Sidgwick, Huxley e Moore, difende l’autonomia dell’etica e la sua irriducibilità alle discipline scientifiche. Viene poi esaminata la relazione tra la filosofia spenceriana e il progetto eugenetico di “coltivazione” della specie umana, elaborato da Galton e difeso da Saleeby nel tentativo di conciliare evoluzione naturale ed evoluzione morale dell’uomo. Tale tentativo appare peraltro vanificato dalla polivalenza morale dei caratteri umani fisici e mentali, una riflessione sulla quale è utile per delineare il rapporto tra la sfera dell’etica e quella della scienza e definire i limiti del contributo che l’indagine scientifica può dare in ambito morale. Se infatti è condivisibile l’idea che la scienza possa contribuire alla comprensione di ciò che non può essere oggetto di prescrizioni morali, è invece opinabile la pretesa di trarre dalle conoscenze scientifiche conclusioni su ciò che è moralmente giusto e sbagliato.
Luciana Ceri, dottore di ricerca in Filosofia, ha pubblicato vari saggi sull’etica analitica del Novecento, ha curato (con Sergio Filippo Magni) il volume Le ragioni dell’etica (Ets, 2004) ed è autrice di Ragioni e desideri. La teoria della motivazione nell’etica contemporanea (il Mulino, 2008).