“Un uomo siffatto è però un caso tutt’altro che semplice. Poiché le sue idee, quando non siano oziose fantasticherie, non sono altro che realtà non ancora nate”: sul bordo del baratro della Modernità matura, Robert Musil ritrae così, e con altre complementari pennellate, un tipo ideale di essere umano. A tale tipo corrisponde il protagonista del suo romanzo, celebre e incompiuto; come, per altri versi, vi corrisponde un involontario protagonista del romanzo, forse meno celebre ma altrettanto incompiuto, della linguistica moderna: “Questi possibilisti vivono, si potrebbe dire, in una tessitura più sottile, una tessitura di fumo, immaginazioni, fantasticherie e congiuntivi”.
Ferdinand de Saussure moriva nel 1913. In chiusura dell’anno centenario, ecco un punto di vista che, di scorcio, con tratti sommari ma mirati a una secca pertinenza, suggerisce un modo di restituirlo per intero a un possibile futuro della sua fantastica disciplina, così restituendolo, forse, a se stesso.